...that was our thoughts when we first saw the rats in the backyard of our building. The rats were everywhere, and they were huge. They didn’t seem to mind the company of humans, nor did the humans seem to mind the company of the rats.
Oh shit, was also my thought when I saw the pieces of familiar looking black droppings, first in our bedroom, and then later in almost all the other rooms of our apartment. The thought of one of the huge rats from our backyard running around us made even a stomach troubled Venusia scared shitless.
After the first panic was gone it struck us as a bit strange that a rat could run around in our apartment without touching the food in the kitchen. Then two bright ideas came up (I’m still uncertain how one was connected to the other):
1. Could it be our cute mosquito eating geckoes leaving these traces around in our house?
2. Let’s call Venusia’s mum.
The conversation that followed was something like this:
Venusia: Mamma mia, how does gecko droppings look like?
Mamma: They are quite big looking like the excrement of a mouse, and then they have a small white peace in one end…
Problem solved! From that day I promised myself to stop teasing Venusia for calling her mum whenever there is something.
Italiano: Oh merda! Questo e’ stato il nostro pensiero quando abbiamo visto i numerosi ratti nel cortile dei vicini (esattamente dietro casa nostra, sotto il nostro balcone). I ratti erano ovunque, ed erano grossi. Non davano l’impressione di essere disturbati dalla presenza umana, né i nostri vicini sembravano minimamente reagire alla loro presenza.
Oh merda! E’ stato anche il mio pensiero quando ho scoperto tracce di familiari pezzetti marroni, nella nostra camera da letto, ed in quasi tutte le altre stanze del nostro appartamento. Il pensiero di uno dei grassi ratti del cortile a spasso per casa, ha reso stitico anche il delicato intestino di Venusia [il gioco di parole in inglese è difficile da tradurre, dato che la paura da noi non rende stitici, ma il contrario… si accettano suggerimenti]. Dopo il primo attacco di panico, ci siamo resi conto della stranezza che un ratto potesse andarsene in giro per casa senza approcciare il cibo in cucina. A quel punto due idee ci sono venute in mente (non sono sicuro come l’una fosse connessa all’altra):
1.Possibile che i nostri graziosi amici mangia-zanzare, i geco [anche qui come per i manghi: ma il plurale di geco e’ geci?!? Mi rifiuto… aspetto che Francesca m’illumini], abbiano lasciato quelle tracce in giro per casa?
2.Bisogna chiamare la mamma di Venusia.
La conversazione è avvenuta più o meno così:
Venusia: mammina, com’e’ la cacca del geco?
Mamma: Sono grandine come quelle di un topo, però hanno una puntina bianca ad un’estremità’.
Problema risolto! Da quel giorno mi sono ripromesso di smettere di prendere in giro Venusia perché telefona alla mamma ogni volta che c’e’ qualcosa.